Successioni Internazionali: Come Orientarsi tra Leggi Diverse
29 Dic, 2024 Aree di Competenza beni immobili internazionali, certificato successorio europeo, conflitti di legge eredità, diritto internazionale privato, eredità transnazionale, legge applicabile successioni, normativa UE successioni, Pianificazione successoria, regole europee successioni, successioni internazionaliIl fenomeno della globalizzazione ha portato a un aumento significativo delle successioni con elementi di internazionalità.
Questi casi possono sorgere quando il defunto aveva beni in diversi Stati, risiedeva all’estero, o aveva nazionalità diverse da quella del Paese in cui è deceduto.
La gestione di una successione internazionale presenta sfide complesse, derivanti dalla necessità di armonizzare sistemi giuridici diversi e applicare normative internazionali e sovranazionali.
Il Regolamento UE n. 650/2012
Uno strumento fondamentale per disciplinare le successioni internazionali in ambito europeo è il Regolamento UE n. 650/2012, noto anche come Regolamento sulle successioni.
Entrato in vigore il 17 agosto 2015, questo regolamento ha introdotto norme uniformi per determinare:
- La legge applicabile: In base all’articolo 21 del regolamento, la legge applicabile è quella dello Stato in cui il defunto aveva la residenza abituale al momento del decesso. Tuttavia, il defunto può scegliere espressamente come legge applicabile quella del proprio Stato di cittadinanza (articolo 22).
- La competenza giurisdizionale: I tribunali competenti sono generalmente quelli dello Stato membro in cui il defunto aveva la residenza abituale al momento del decesso (articolo 4).
- Il certificato successorio europeo (CSE): Questo strumento consente agli eredi, ai legatari, agli esecutori testamentari e agli amministratori dell’eredità di dimostrare il proprio status giuridico in tutti gli Stati membri dell’UE.
Il regolamento si applica a tutti gli Stati membri dell’UE, ad eccezione di Danimarca e Irlanda, che non hanno aderito alla normativa.
Problemi pratici nelle successioni internazionali
La gestione di una successione internazionale richiede attenzione a vari aspetti pratici e giuridici, tra cui:
- Conflitti di legge: In assenza di una scelta espressa da parte del defunto, potrebbero sorgere dispute sulla determinazione della legge applicabile, soprattutto nei casi in cui la residenza abituale non è chiara.
- Riconoscimento dei testamenti: Non tutti gli Stati riconoscono le stesse forme di testamento. Ad esempio, un testamento olografo redatto in Italia potrebbe non essere valido in alcuni Paesi, come l’Inghilterra e Galles e l’Irlanda, dove è necessario che il testamento sia firmato alla presenza di due testimoni. Negli Stati Uniti, la validità del testamento olografo varia da Stato a Stato: alcuni lo riconoscono, altri no. Anche in Danimarca, Giappone, Brasile e Cina, sono richiesti requisiti formali specifici o l’intervento di testimoni o notai per la validità del testamento.
- Gestione di beni immobili: I beni immobili sono spesso soggetti alla legge del luogo in cui si trovano, indipendentemente dalla legge applicabile alla successione.
Il ruolo del certificato successorio europeo
Il certificato successorio europeo (CSE) è uno strumento giuridico introdotto dal Regolamento UE n. 650/2012 per semplificare e armonizzare la gestione delle successioni transfrontaliere in ambito europeo.
Questo documento ufficiale consente agli eredi, ai legatari, agli esecutori testamentari e agli amministratori dell’eredità di dimostrare il proprio status giuridico e i loro diritti sui beni ereditari in tutti gli Stati membri dell’UE che applicano il regolamento.
A cosa serve il CSE?
- Riconoscimento uniforme dei diritti successori: Il CSE è valido in tutti gli Stati membri dell’UE (esclusi Danimarca e Irlanda) senza necessità di ulteriori procedure di riconoscimento o autenticazione. Questo consente agli eredi di evitare lunghe e complesse pratiche amministrative nei diversi ordinamenti.
- Esecuzione della successione in più Stati: Permette di gestire beni situati in diversi Paesi UE con un unico documento, facilitando l’accesso ai conti bancari, la vendita di beni immobili e altre operazioni patrimoniali.
- Chiarezza e trasparenza: Il certificato elenca con precisione gli eredi, i legatari e i loro diritti sui beni del defunto, garantendo certezza legale e riducendo il rischio di contestazioni tra le parti.
- Riduzione dei costi e dei tempi: Elimina la necessità di ottenere riconoscimenti separati in ciascun Paese, accelerando le procedure e diminuendo i costi legali e amministrativi.
Come ottenere il CSE?
Il certificato successorio europeo può essere richiesto presso il tribunale o l’autorità competente dello Stato membro in cui è stata avviata la successione, generalmente quello della residenza abituale del defunto.
La richiesta deve includere informazioni dettagliate sul defunto, sugli eredi e sui beni ereditari. Una volta emesso, il CSE ha effetto immediato e può essere utilizzato in tutti gli Stati membri dell’UE applicabili.
Esempio pratico
Immaginiamo il caso di un cittadino italiano residente in Francia, con beni immobili in Italia e un conto bancario in Germania.
In assenza di una scelta di legge nel testamento, si applicherà la legge francese, essendo la residenza abituale del defunto.
Tuttavia, i beni immobili in Italia saranno soggetti alle norme italiane. Gli eredi potranno richiedere un certificato successorio europeo per semplificare l’accesso ai beni situati in Germania.
Un ulteriore esempio riguarda un cittadino italiano residente negli Stati Uniti, con beni immobili in Italia e conti correnti sia in Italia che negli USA.
In questa situazione, si applicherà il principio di territorialità per i beni immobili, che resteranno regolati dalla legge italiana.
Tuttavia, gli Stati Uniti non aderiscono a un quadro normativo uniforme come il Regolamento UE n. 650/2012.
Pertanto, per i conti correnti negli USA, si applicherà la legge statunitense del singolo Stato in cui il defunto aveva il domicilio o la residenza fiscale.
Questo scenario rende fondamentale una pianificazione successoria dettagliata, con strumenti come un testamento che indichi chiaramente la volontà del defunto e, possibilmente, un trust per semplificare la gestione dei beni transnazionali.
La normativa applicabile al Regno Unito: prima e dopo la Brexit
Prima della Brexit, il Regno Unito non aveva aderito al Regolamento UE n. 650/2012, ma applicava comunque i principi del diritto internazionale privato europeo per determinare la legge applicabile alle successioni.
In particolare, venivano considerate la residenza abituale del defunto e, in alcuni casi, la lex domicilii, ossia la legge del luogo di domicilio.
Dopo la Brexit, il Regno Unito si è ulteriormente distaccato dal sistema normativo europeo, tornando a basarsi esclusivamente sul proprio diritto interno e sui trattati bilaterali applicabili.
Questo ha aumentato la complessità nella gestione delle successioni transfrontaliere che coinvolgono beni o eredi nel Regno Unito.
Per esempio, il principio di territorialità continua a prevalere per i beni immobili situati sul territorio britannico, mentre i beni mobili vengono gestiti in base alla legge del domicilio del defunto.
In assenza di un trattato bilaterale specifico tra Italia e Regno Unito in materia successoria, le successioni transfrontaliere si basano sul diritto internazionale privato dei due Paesi.
Tuttavia, la Convenzione dell’Aia del 1961 sulla forma dei testamenti, ratificata da entrambi i Paesi, facilita il riconoscimento dei testamenti redatti secondo le normative delle rispettive giurisdizioni. Inoltre, la Convenzione contro la doppia imposizione tra Italia e Regno Unito (1988, modificata nel 2013) può influire sulle questioni fiscali relative alle successioni, garantendo che non vi sia una tassazione duplicata sui beni ereditati.
Per gli eredi italiani che devono gestire beni nel Regno Unito (o viceversa), è fondamentale affidarsi a professionisti esperti che possano navigare tra le divergenze normative e coordinare le procedure necessarie sia in Italia che nel Regno Unito.
La scelta della legge applicabile: è sempre la soluzione migliore?
La scelta della legge applicabile è un potente strumento di pianificazione successoria, ma non è sempre la soluzione migliore. Alcuni limiti possono emergere:
- Divergenze con leggi locali obbligatorie: In alcuni ordinamenti, come negli Stati Uniti, le disposizioni di legge locale possono prevalere su quelle stabilite dalla scelta di legge. Ad esempio, alcuni Stati prevedono diritti inderogabili per i coniugi o i figli.
- Conflitti con il principio di territorialità: Per i beni immobili situati in un altro Paese, spesso si applica comunque la legge locale. Questo può rendere inefficace la scelta della legge per alcuni beni.
- Effetti limitati al di fuori dell’UE: Al di fuori dell’Unione Europea, come negli Stati Uniti, la scelta della legge applicabile potrebbe non essere riconosciuta.
- Costi e complessità procedurale: La scelta della legge richiede spesso consulenze professionali e potrebbe comportare costi aggiuntivi, soprattutto in contesti transnazionali.
- Problemi di interpretazione: Gli eredi o i tribunali potrebbero trovarsi a dover applicare una legge straniera, creando ritardi e incertezze.
Strumenti per prevenire conflitti legali
- Scelta della legge applicabile: Quando appropriato, è utile designare nel testamento la legge di uno Stato che offra maggiore stabilità e chiarezza giuridica.
- Pianificazione successoria dettagliata: Redigere un testamento chiaro e completo che contempli tutti gli scenari possibili.
- Certificato successorio europeo: Per successioni in ambito UE, richiedere il CSE semplifica la gestione patrimoniale.
- Consulenza legale internazionale: Rivolgersi a professionisti esperti in diritto internazionale privato può prevenire conflitti e assicurare una successione più fluida.
- Strumenti transnazionali: Utilizzare trust, società patrimoniali o altri strumenti per gestire beni in più giurisdizioni.
Conclusioni
Le successioni internazionali sono un terreno complesso che richiede una conoscenza approfondita della normativa europea e dei singoli Stati coinvolti.
La pianificazione successoria è essenziale per evitare conflitti e garantire una distribuzione efficiente del patrimonio.
Per questo motivo, è consigliabile rivolgersi a professionisti esperti in diritto internazionale privato e successioni.