Il Trasferimento dei Figli Lontano dal Padre: Una Minaccia al Diritto alla Bigenitorialità
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La Corte di Cassazione ha recentemente rivisitato la sua posizione riguardo ai trasferimenti di residenza dei figli dei genitori separati.
Questo cambiamento ha visto una madre, medico e collocataria dei suoi tre figli, chiedere al tribunale di Napoli l’autorizzazione a trasferirsi a Pordenone, una città distante circa 850 km, per motivi professionali.
Il Tribunale ha inizialmente approvato la richiesta, ma il padre ha impugnato la decisione presso la Corte d’Appello di Napoli, che ha confermato la decisione del Tribunale di primo grado.
La Cassazione, tuttavia, ha successivamente accolto il reclamo del padre, invertendo così la decisione precedente e stabilendo un nuovo principio di diritto.
Il Caso e le Decisioni dei Tribunali Inferiori: bigenitorialità minacciata
Il caso ha seguito un percorso comune in situazioni simili.
La madre, collocataria dei tre figli, ha chiesto il trasferimento giustificandolo con esigenze lavorative.
Il Tribunale di Napoli ha concesso il nullaosta, basandosi sulle testimonianze dei figli maggiori che si sono dichiarati favorevoli al trasferimento.
Questi hanno spiegato di conoscere già la città di Pordenone e di essere soddisfatti dei nuovi istituti scolastici.
Inoltre, hanno assicurato che non ci sarebbe stata alcuna sostituzione del padre con il nuovo compagno della madre e che avrebbero potuto visitare il padre a Napoli senza problemi.
La Corte d’Appello ha trovato queste circostanze convincenti, confermando la decisione.
La Decisione della Cassazione: Un Cambio di Rotta
Sorprendentemente, la Cassazione ha accolto il reclamo del padre, contraddicendo una giurisprudenza che sembrava ormai consolidata.
Questa decisione segna un’evoluzione nella visione della magistratura riguardo ai principi dell’affidamento condiviso nella Separazione e Trasferimento di residenza dei figli.
La Corte Suprema ha storicamente favorito il genitore collocatario, generalmente la madre, trovando spesso motivi per giustificare i trasferimenti anche quando questi potevano non essere nel migliore interesse del minore.
Tuttavia, la recente decisione della Cassazione riflette un cambiamento, enfatizzando la supremazia dell’interesse del minore nel mantenere le sue radici e il suo ambiente abituale
La Giurisprudenza Passata sul trasferimento dei figli nella separazione
In passato, la Corte ha spesso giustificato i trasferimenti dei genitori collocatari per motivi professionali o personali, come evidenziato in Cass. 13619/2010 e Cass. 11062/2011.
Anche quando tali trasferimenti erano contestati, la Corte tendeva a dare priorità al desiderio del genitore collocatario di trasferirsi, come nel caso giudicato da Cass. 9633/2015, dove una madre magistrato ottenne il trasferimento a Lecce nonostante le obiezioni del padre e la forte rete sociale delle figlie a Rossano.
Minaccia alla bigenitorialità nella separazione. Un’Inversione di Rotta Significativa: Ordinanza n. 12282/2024
La decisione recente (Ordinanza n. 12282/2024) della Cassazione rappresenta un’importante inversione di rotta rispetto all’orientamento giurisprudenziale precedente.
La Corte ha infatti sottolineato che il trasferimento dei figli a grande distanza dalla residenza del padre può ostacolare la frequentazione e il mantenimento di un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori, in conformità con quanto previsto dall’art. 337 quater del Codice Civile e dall’art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).
Il Principio della Supremazia dell’Interesse del Minore
In questa Ordinanza, la Cassazione ha ribadito l’importanza di considerare l’interesse superiore del minore come criterio guida nelle decisioni relative all’affidamento e al trasferimento di residenza.
Il giudice deve valutare con attenzione non solo l’interesse del minore a mantenere relazioni stabili con entrambi i genitori, ma anche gli effetti concreti che un trasferimento potrebbe avere sul genitore non collocatario.
Questo implica un’analisi approfondita della residenza abituale del minore, intesa come centro dei suoi interessi e delle sue relazioni affettive, e delle modalità in cui il trasferimento influenzerà tali relazioni.
Bilanciamento degli Interessi e Principio della Bigenitorialità
La Corte ha inoltre precisato che il diritto del minore a conservare un legame significativo con entrambi i genitori deve essere bilanciato con l’interesse del genitore collocatario a trasferirsi, ma senza compromettere il principio della bigenitorialità.
Questo equilibrio richiede che il giudice del merito valuti non solo le esigenze e le aspirazioni del genitore che desidera trasferirsi, ma anche il potenziale impatto negativo che il trasferimento potrebbe avere sulla qualità e sulla frequenza delle interazioni tra il minore e il genitore non collocatario.
Una Nuova Prospettiva per il Futuro
L’Ordinanza n. 12282/2024 segna quindi un passo significativo verso un’applicazione più rigorosa del principio della supremazia dell’interesse del minore, cercando di garantire che il trasferimento di residenza non comprometta il suo diritto a mantenere un rapporto continuativo e significativo con entrambi i genitori.
La decisione invita i giudici a un’analisi più equilibrata e ponderata, che tenga conto delle dinamiche familiari e delle necessità emotive e psicologiche del minore, in un contesto di cooperazione e rispetto reciproco tra i genitori.
Separazione e Trasferimento di residenza dei figli – Speranze per il Futuro
Questa decisione si inserisce in una sequenza positiva di recenti pronunce della Cassazione che sembrano finalmente riconoscere la necessità di un maggiore equilibrio tra i diritti dei genitori e l’interesse superiore del minore.
Si auspica che il Parlamento intervenga per consolidare questi principi con modifiche legislative che rendano ineludibili i fondamenti giuridici della riforma del 2006, come suggerito dal ddl 832 del 1 agosto 2023.
In tema di Separazione e Trasferimento di residenza dei figli la priorità dell’interesse del minore e la necessità di mantenere rapporti equilibrati con entrambi i genitori devono essere sempre al centro delle decisioni legali.
Questo ripensamento della Cassazione offre nuovi strumenti per argomentare contro trasferimenti che possano compromettere il benessere dei figli e la loro stabilità emotiva e sociale.